mercoledì 9 dicembre 2015




I diritti sono a volte la chiave dei vizi


Anche i gamberi si arrogano il nome di progressisti


Uccidere un avversario politico senza spargimento di sangue - per via giudiziaria, per esempio - è un assassinio buono.
Esistono killer buoni?




lunedì 15 giugno 2015


 
 
 
Cerco un maestro... Non ci sono più maestri! 

Tenere il diavolo per le corna è un’impresa che riesce soltanto alle persone “di molto tempo e senno.” 

Adirarsi significa infliggere punizioni a se stesso.  

Chi è timido al cubo? Chi non abbia l’animo di confessare il proprio amore al manichino nella vetrina, di cui si sia infatuato.  

Il pensionato.
Si riconosce  al volante della decappottabile datata, indossa t-short e bermuda ed esibisce un’abbronzatura cartapecora.  

La pensionata.
Difende il sex appeal della giovinezza, una fatica improba! 

Civilizzare un popolo significa igienizzare toilette, ideologie e fanatismi. 

Per alimentare la speranza di un futuro migliore, dobbiamo affidarci alla ragione o, se vogliamo, al buon senso. Binomio che dovrebbe prevalere su ideologia e fanatismo. Leggiamoli i giornali, ascoltiamoli i discorsi o le prediche, guardiamola la TV, ok. Ma non permettiamo che il pensiero altrui prevarichi il nostro intendere, non rinunciamo al nostro giudizio. Il segreto di un buon giudizio? Non soffocare il dubbio.
 
 
 
 
 

 

venerdì 5 giugno 2015


 
 
Che c’è?

C’è che mi va di elaborare il concetto di Austerity. Parola che ha assunto ultimamente, nell’immaginario collettivo, le fattezze di un’austera Frau sassone.

Mi chiedo se non potrebbe invece trattarsi della voce della nostra Coscienza.

Ricorro a una simulazione.

Immaginiamo per un attimo che  degli allegri “Pater familias” di un ipotetico Bel Paese si siano avvalsi, dal secondo dopoguerra in poi, di una stamperia clandestina.

All’inizio, il loro lavoro sarebbe stato meritorio, sempre nella simulazione. Dovevano ricostruire ciò che la guerra aveva distrutto. Diciamo che hanno fatto tutto ciò che potevano.

Gli affari andavano bene, le macchine dello scantinato giravano a tutto vapore e si fecero prendere la mano. Pensarono di campare in eterno, di essere Dei. Non più “Pater familias”, ma “Pater noster”.

Avvertirono la necessità di raccogliere maggiori incoraggiamenti e più numerosi e sinceri… voti” Allargarono la loro già vasta clientela inglobandoci, oltre parenti, amici, conoscenti e anime sante del Purgatorio, anche sconosciuti.

Poi l’alluvione dell’Euro sommerse la stamperia dello scantinato e niente fu più come prima.

Questo sia detto dell’Austerity.

Il passato è passato, cara Gente, e il presente è avvolto nell’ineluttabilità.

Che cosa dobbiamo fare?

Pensiamo al futuro. Siamo esseri umani, siamo uomini e donne noi, non Dei o Dee come loro. Non abbandoniamoci alla frenesia o all’angoscia. Alimentiamo la speranza!

Come?

Roro
 
 

martedì 14 aprile 2015





DELLO STESSO AUTORE (Roberto Rosati)
 
L'EREMITA DI CHERASCO
(e-book disponibile)
Gli eventi narrati nel libro risalgono 
agli inizi del XVIII secolo.
I teatri di azione sono Cherasco, con la sua Piana, 
e Parigi.  
Il protagonista è un cadetto di casa nobiliare, 
Jourdan, che si è incaponito a farsi camaldolese.
Molto irritualmente il priore lo invia in Francia 
per una campagna di questua. 
I fondi raccolti dovranno servire alla ricostruzione 
del complesso religioso, 
che versa in stato di grave fatiscenza.
Nella Ville Lumière accadranno al giovane cose 
sconvenienti 
e, al ritorno in patria, l’eremita incapperà 
in avventure insolite.

Con questa opera l’autore intende 
onorare la memoria 
dell’eremo e dei suoi antichi, pii abitatori.
(Editore: www.lulu.com)
 

CRONACHE DI SANTA VITTORIA
(e-book disponibile)
È una storia ambientata a Santa Vittoria d’Alba, un
paese del nord-ovest d’Italia.
Trae origine da una voce diffusa nel medioevo, la quale
voleva che il centomillesimo fiorino coniato, il
duecentomillesimo e così via dicendo, possedessero il
potere alchemico di arrestare, a beneficio del loro felice
proprietario, il fluire del tempo e, quale conseguenza, il
decadimento fisico.
(Editore: www.lulu.com)
 
L’ISOLA DI SANTA VITTORIA
(e-book disponibile)
Siamo nell’anno 2123.
Il romanzo narra le vicissitudini di Wido, un figlio di nessuno nato e cresciuto in Sicilia. Raggiunta Roma opererà come free lance di un’agenzia investigativa ma, per problemi connessi con il lavoro, sarà costretto a fuggire in Tunisia. Nel deserto del sud incontrerà colei che diverrà la donna della sua vita. Al tempo dell’invasione musulmana dello Stivale raggiungerà l’Isola di Santa Vittoria, dove frequenterà una scuola coranica e qualcuno dei suoi amici, verso la fine della storia, lo vedrà già imam.
(Editore: www.lulu.com)
 
DELITTO A SANTA VITTORIA (in corso di revisione)
(e-book disponibile)
È un libro di racconti legati da un filo di nylon trasparente. L’autore ha creato l’opera nel ricordo di come lo accoglieva la suocera: "Conta chaicòs ch’o sia nèn vái!" (Racconta qualcosa che non sia vero!).
Il protagonista non convenzionale del romanzo è un Matusalemme di cui non si conoscono esattamente gli anni. Dopo una vita trascorsa in giro per il mondo, rimpatria e raggiunge il paese della giovinezza, dove si comporta in modo irricevibile poiché turba il secolare tran tran della popolazione. Narra infatti alla gente le sue famose storie non vere. Tale comportamento inconsulto sarà giudicato degno dell’ostracismo e oltre. La piccola comunità tornerà infine a rilassarsi.
(Editore: www.lulu.com)
 
LA VALLE DI  SMERALDO
(di prossima pubblicazione)
(e-book disponibile)
Gli eventi che popolano il racconto sono accaduti a Venasca ‒ a quei tempi il principale centro abitato della valle Varaita ‒ tra il 1944 e il 1945. Alla fine, cioè, della seconda Guerra mondiale.
L’autore, che entrava allora fra i teenagers, li ha vissuti in prima persona, li ha conservati nella memoria e, agli ottantatré anni, trasformati romanticamente.
In quel periodo bellico suo padre, il Cav. Mario Rosati, ricopriva l’incarico di Segretario comunale in paese. In suo onore e anche in ricordo della sua dolce consorte, Maggiorina Taricco, ha vergato queste pagine.
(Editore: www.lulu.com)
 

DELL’AUTORE… CON GIOVANNI BATTISTA
 MAGLIANO

 
IL TESORO DEI GOTI
Costanzo, cittadino romano, vive a Pollentia, l’attuale Pollenzo, nella pianura cuneese. Insieme alla famiglia e alla guarnigione dei Sarmati a cavallo, è rimasto l’unico abitante di una città ormai in rovina, nella quale sono ancora in piedi l’anfiteatro, i due templi principali e le mura. Alla vigilia di una Pasqua cristiana si scontrano due eserciti: quello imperiale ai comandi del generale Stilicone, e quello dei Goti guidato dal re Alarico. La battaglia si risolve senza un vincitore. La vita riprende normalmente finché alcuni ufficiali Goti, reduci dal saccheggio di Roma, carichi di carriaggi e del cadavere del loro re, compaiono all’orizzonte. Con un comportamento avventuroso, Costanzo riesce a salvare la vita e a sterminare i Goti, impadronendosi del tesoro. Alla sua morte anche il ricordo del tesoro scompare, iniziando così un lungo sonno. Ai nostri giorni due professori in pensione vengono in possesso di un medaglione d’oro, fior di conio. La loro avventura comincia e tra ricerche, ritrovamenti e rapimenti alla fine riescono a scovare il tesoro. La loro storia però è tutt’altro che terminata.
(Editore: www.lulu.com)
 

DELL’AUTORE… CON GLI EX COMPAGNI DI LICEO
UNA CLASSE - III LICEO 1952 - BRA -  DURANTE E DOPO
Appunti di vita studentesca di una classe del Liceo di Bra attiva negli anni ’49-’52, nel periodo goliardico successivo e nel tempo che seguì fino a cinquant’anni dopo la maturità. Cioè fino al 2002, anno in cui è ricorso il 50°, in occasione del quale viene pubblicato questo libro, anche quale testimonianza per gli studenti che verranno.
Chi non trovi sgradevole lo stile tipo “alterazione delle facoltà mentali”, può richiedere l’opuscolo a rorosati@alice.it. Lo riceverà allegato a una e-mail oppure in copia cartacea. Può anche leggerlo sul sito http://www.giovanniferrero.it.
L’avventuroso computer-trotter ci scoverà, tra gli altri, il racconto “Durante” che porta la firma di Roberto. Sono opera di Roberto anche gli svariati brani dal titolo “Voce fuori campo” e “Congedo”.
 

DELLA MOGLIE DELL’AUTORE
BRUNILDE TORRERO

 
LE MIE 100 RICETTE
(più una…)

(e-book disponibile)
Queste ricette sono il frutto della cultura di una casalinga esperta di fornelli e rispettosa delle tradizioni del paese natale, Santa Vittoria d’Alba.
Esse si possono considerare anche, in parte, frutto della ostinazione di marito e figli, che hanno preteso la messa nero su bianco delle speciali conoscenze della cuoca.
(Editore: www.lulu.com)
 

AND LAST…
CURIOSATE NEL SITO DELL’AUTORE…http://senior-ilmattacchione.blogspot.it
 
… E SEGUITELO ANCHE SU FACEBOOK
(Roberto Rosati ‒ leva 1932)



lunedì 16 marzo 2015




 
 
Il mio indirizzo e-mail è
 
 
 




Che c’è?

Che oggi mi vien da parlare dei radical chic.

Il vocabolario Treccani (“… chi, per moda o convenienza, professa idee anticonformistiche e tendenze politiche radicali”) non sembra parlare dei “radical chic” come di ribelli tout court, di persone cioè, a parer mio, sempre apprezzabili.

L’arroganza, la supponenza, la saccenteria loro proprie, quando assistite dalla assenza di un minimo sindacale di humour, sono segni preoccupanti e tali da relegare i titolari nella categoria umana degli sciocchini.

Roro



 

 

Che c’è?

Vorrei parlare di noi “Buoni”. Che siamo ‒ pare ‒ una robusta porzione del Bel Paese.

Perché accogliamo più gente di quanta ne possiamo ricevere? Siamo poveri, ma degli irriducibili anfitrioni.

Crediamo davvero che Qualcuno lassù o quaggiù ci applauda?

I Notabili stessi del culto agiscono in modo difforme da noi. Non parlo delle madri badesse, che hanno più di una buona ragione per guardarsi dal commettere sventatezze; ma dello stesso Vaticano, che è difeso da guardie svizzere. Non da Pizzardoni, se mi capite.

Vecchi o giovani, non vogliamo farci derubare in casa, impotenti a reagire… né ammazzare per le strade da sconosciuti impuniti. Siamo tutti povera gente, noi e loro, purtroppo. Tutti polli di Renzo.

«Cosa ci possiamo fare?» protesta il Governo.

«L’UE deve accogliere i disperati, non rispedirceli indietro. E il Mittente deve controllare le sue coste, come in passato.»

«Il problema è complesso…» lamenta il Governo.

«Pensaci Tu! Cosa ci stai a fare a Roma?»

Se poi l’amara, immorale, inconfessabile strategia fosse quella di creare un futuro serbatoio di voti in sostituzione di quello ormai bucato, ditelo.
Noi ce ne faremmo forse una ragione.

Roro


venerdì 23 gennaio 2015



  mio padre
Mario Rosati
segretario comunale
La vita
Nacque a Castelletto Stura il 1° maggio 1905. Nel 1921 conseguì l’abilitazione all’insegnamento elementare, cui si dedicò tra il 1922 e il 1923 a Castelletto Stura e nel collegio dei Gesuiti di Cuneo. Dal 1924 al 1930 prestò servizio nell’Arma del Carabinieri. L’ultima sede di servizio fu Monforte d’Alba, dove comandò il locale distaccamento. Nello stesso periodo conseguì la “Patente di Abilitazione alla funzione di segretario comunale” e la valorizzò frequentando corsi di perfezionamento a Cuneo e presso l’Università di Torino. Nel 1930 sposò Maggiorina Taricco, doglianese, maestra, da cui ebbe quattro figli. Fu segretario comunale in diversi comuni della provincia, e in molti casi svolse il servizio principale abbinato simultaneamente ad altri (detti oggi “a scavalco”). I servizi principali li svolse a Montanera (1930-1931), Magliano Alpi (1931-1933), Fossano (1933- 1939), Brossasco (1939-1940), Venasca (1940-1945) e, infine - dal 1945 al 1966, anno del pensionamento - a Santa Vittoria d’Alba. I servizi “a scavalco” li esercitò a Castelletto Stura, Morozzo-Margherita, Piasco, Melle, Monticello d’Alba e a Pocapaglia.
Per la saggezza e la simpatia della gente, per l’arte, la bellezza dei luoghi e la pace che vi trovò dopo la lunga parentesi della guerra, il luogo prediletto del segretario fu però Santa Vittoria d’Alba. Appassionato di storia locale compì - in particolare su Venasca e Santa Vittoria - approfondite ricerche d’archivio e le riportò in vari dattiloscritti.
Sia il Regno sia la Repubblica lo insignirono del Cavalierato. Sul numero di luglio/agosto 1966 del periodico parrocchiale di Santa Vittoria d’Alba “La Torre”, il sindaco sig. Tommaso Rabino scriveva: “ [...] all’insegna della cortesia, dell’indiscussa capacità, dell’onestà assoluta, il lavoro del Cav. Rosati accompagnò la crescita del nostro paese, ne caratterizzò un lungo periodo e grandi opere [...] ” e ancora “ [...] il suo lavoro fu [...] ancorato su imposte minime, senza debiti, esempio mirabile e piuttosto unico [...] ”. Morì a Santa Vittoria d’Alba il 26 agosto 1981. Il 2 ottobre dello stesso anno il sig. sindaco Giuseppe Oricco presiedette una riunione del Consiglio comunale in cui fu commemorato il segretario recentemente scomparso e fu deciso di “collocare una targa con fotografia nella sala consiliare, là dove sono conservati i reperti di carattere storico- archeologico e gli atti antichi dell’archivio comunale, alla cui ricerca e classificazione il Cav. ROSATI ha dedicato molta parte della Sua attività professionale e del Suo impegno.”
L’opera
Reperti
Durante gli scavi compiuti per ricavare un cunicolo dell’acquedotto sul colle dove si erge il castello, fu rinvenuta una colonia di conchiglie fossili. Il segretario Rosati raccolse le conchiglie, le catalogò e collocò in una vetrina del Comune, insieme a tutti gli antichi reperti - dalla preistoria al Medioevo - scoperti a Santa Vittoria.
Baldassarre Molino afferma: “Le testimonianze più antiche di S. Vittoria sono racchiuse in una vetrina del palazzo comunale dove, un quarto di secolo addietro, l’allora segretario Rosati ebbe curadi raccogliere reperti rinvenuti sul territorio e coprenti un arco di tempo che va dalla preistoria al Medioevo, iniziando con un’ascia del neolitico.” (1)
Elenchiamo i principali reperti rinvenuti in momenti diversi nella zona dell’Anforiano ed in altre località del territorio di Santa Vittoria, e contenuti nella vetrina citata.
Si tratta, oltre le conchiglie fossili, anche di vasi funerari, di ampolline lacrimatorie, di tubazioni e fregi in cotto e d’un’ascia in selce d’epoca preistorica. Tale ascia, del neolitico, fu rinvenuta dallo stesso segretario Mario Rosati e costituì, tra l’altro, oggetto d’apposita trattazione del prof. Edoardo Mosca (2). La vetrina racchiude, inoltre, una daga dell’epoca del Carroccio, donata al figlio del segretario, Alessandro, da una persona dell’Oltrepò Pavese, e altri oggetti che il defunto professor Mosca apprezzò.
Rifacendosi al reperimento nell’agro di qualche frammento di selce, Edoardo Mosca (3) afferma che le “uniche due testimonianze locali certe del periodo preromano di cui oggi possiamo disporre sono un’ascia in pietra verde reperita in S. Vittoria ed attualmente conservata presso quel palazzo comunale ed un’altra simile venuta alla luce nel 1981 nella frazione S. Matteo di Bra.”
Ciascun reperto fu catalogato dal Rosati ed esposto dalle passate Amministrazioni nella menzionata pregevole vetrina, collocata nella vecchia Sala Consiliare del palazzo comunale e intitolata alla memoria del solerte segretario.
Dattiloscritti
1. Stato de’ benefici ecclesiastici esistenti ed eretti in Santa Vittoria nell’anno 1728 (dattiloscritto del 1949)
2. L’icona dell’Assunta e gli affreschi della Parrocchiale di S. Vittoria d’Alba (dattiloscritto del 1948)
3. Brevi Appunti sulla costruzione della Chiesa Parrocchiale del luogo di Santa Vittoria d’Alba (dattiloscritto del 1953)
4. L’ottava della festa del Corpus Domini in Santa Vittoria d’Alba (dattiloscritto del 1954)
5. Note di storia locale, pubblicate a puntate sul Bollettino Parrocchiale di S. Vittoria d’Alba “La Torre”
6. “Appunti storici sulla confraternita di San Francesco d’Assisi in Santa Vittoria d’Alba, con
brevi cenni sulla Confraternita di Santo Spirito (dattiloscritto del 1948) 7. “Memorie di Santa Vittoria d’Alba e frazione Cinzano (fino al secolo XIX)”, dattiloscritto del 1947. “Memorie di Santa Vittoria d’Alba e frazione Cinzano (fino al secolo XIX)”
Estratto dalle ricerche storiche delle
“Memorie di Santa Vittoria d’Alba e frazione Cinzano (fino al secolo XIX)”
Argomenti trattati
ANFORIANO - ASILO INFANTILE - CASCINE STORICHE - CASTELLO - CIMITERI - CONFINI con paesi limitrofi e CATASTI - CORO della chiesa parrocchiale “nuova” (Beata Vergine Assunta) - CORPUS DOMINI e Ottava- DECIME - FERROVIA - FESTA PATRONALE DI S. Vittoria d’Alba - FONTANE - INONDAZIONI del Tanaro e PROTEZIONI - MONASTERI E ABBADIE - MUNICIPIO - OPERE D’ARTE E MONUMENTI NAZIONALI - PARROCCHIA Vecchia (Santa Maria) - PARROCI (elenco dei......) con aggiornamenti di Alessandro Rosati e Maurizio Sartore - PESO PUBBLICO - “Da S. VITTORIA a S. VITTORIA D’ALBA” - PESTILENZE e CATASTROFI - SAN FRANCESCO - SAN ROCCO - SANT’AMBROGIO - SCALINATA VILLA/BORGO - STATUA DI S. VITTORIA - Gli STATUTI - STRADA della VILLA - TORRE DELL’OROLOGIO ed altri orologi comunali - TRIBUNALE DI SANTA VITTORIA - UFFICIO POSTALE.
_____________________
1 Baldassarre Molino in Roero - Repertorio degli edifici religiosi e civili d’interesse storico esistenti e scomparsi, degli insediamenti, dei siti, delle testimonianze archeologiche - Profili storici e descrizioni - Indice toponomastico, Cassa rurale e artigiana di Vezza d’Alba, L’Artistica Savigliano, 1984.
2 Edoardo Mosca, Ascia del neolitico rinvenuta presso Santa Vittoria d’Alba, in Bollettino Studi Storici Archeologici Artistici della Provincia di Cuneo, anno 1958 n. 28.
3 Edoardo Mosca, Archeologia e storia, dal volume Arte in Bra della Cassa di Risparmio di Bra, a cura di Ettore Molinaro, L’Artistica, Savigliano, 1988.
Nota
Le monografie sono conservate negli Archivi del Comune di Santa Vittoria e in quello privato degli eredi del Segretario.
Si riporta, di seguito, la riproduzione di una lettera autografa del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi sulle monografie del cavalier Mario Rosati.










Che c’è?
C’è che mi voglio levare un sassolino dalla scarpa circa passato, presente e futuro.
Il passato lo possiamo ripudiare, volendo. Meglio no, poiché è il nostro figlio saggio e ci può insegnare molte cose.
Il futuro è invece un figlio bislacco che, se snobbato, può trasformarsi a suo tempo in un fosco presente.
Il motto che va per la maggiore tra gli sventati guru del nostro tempo (in uno dei miei libri lo metto in bocca a una fattucchiera), vale a dire “Godi il presente, scorda il passato e non pensare al futuro” non è che una boutade.
“Cave futurum!”
Roro


Che c'è?
 C'è che ho un prurito.
 Non riesco a togliermi dalla testa che smentire ufficialmente un fatto - per esempio, il pagamento di un riscatto - sia soltanto un atto politicamente corretto.
 Roro.

sabato 3 gennaio 2015


Che c’è?
C’è un pensiero minaccioso in agguato.
Lo statista, come è noto, è chi sacrifica ideologie, dogmi e ambizioni private al bene comune.
Gli statisti sono rari.
Tutti gli altri sono politici.
Secondo me lui viene fuori nei momenti di crisi. Ce n’è in Italia?
È arduo dirlo mentre il fuoco divampa.

 Che c'è? (è Capodanno)-
C'è che tutti continuano a fare gli auguri e a brindare, ma va sempre  peggio.
Perché non proviamo a cambiare, quest'anno?

 Che c'è?
C'è la presenza in rete degli stolti di turno.
Sono forse convinti di farsi una vasta clientela quelli che ti infastidiscono su internet con la loro pubblicità ossessionante?

Roro